socialphoto massimo d'amato

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A Firenze, in piazza dei Ciompi, un pino marittimo ombreggia il selciato dismesso. Le pulci sono scomparse; rimangono nella memoria i colori, gli oggetti, le parole. Rimane la vita di tutti i giorni, e il desiderio di intravedere un ricordo dentro una fotografia appesa alla parete. 

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Le immagini incontrano le parole. Un muro svuotato dagli oggetti diventa la cornice di una storia; i residenti della piazza, i negozianti e altre persone raccontano: le riprese di un film e i giochi di una bambina, le partite a calcio. Le fotografie scandiscono il tempo, come una linea di confine che precede nuovi percorsi. I dettagli di materiale (ferro cemento legno e vetro) rimandano all’archeologia industriale, le tracce dei graffiti avvicinano il ricordo. Le diverse inquadrature, tutte frontali, consentono numerose composizioni, allineando due, tre, quattro fotografie in orizzontale o verticale. L’immaginario e il reale si confondono, come accade nella memoria.